Sabato 12 e domenica 13 Marzo 2016 (recupero ciaspolata di fine Febbraio)
In un ambiente invernale con neve abbondante, dopo mesi contrassegnati da un inverno decisamente anomalo, con montagne in cui il colore marrone era dominante sul più naturale brillante e lucente bianco, siamo riusciti finalmente a fare una vera escursione su una spessa coltre di neve, in un ambiente decisamente appropriato.
Partiti in 18, rispetto ai 30 iniziali, siamo arrivati al parcheggio per il rifugio, in località Sora di Sopra, nei pressi di Cortina; ci incamminiamo per lo stradello forestale, per fortuna battuto dal gatto delle nevi, che con i suoi 910 m di dislivello, ci porterà al rifugio Croda da Lago.
Il tempo è buono, qualche nuvola oscura il sole, ma il clima è decisamente piacevole. Le temperature forse più primaverili che invernali ci permettono di procedere anche in maniche corte
Man mano che ci alziamo di quota la neve si fa sempre più alta, fino al rifugio, che troviamo semisommerso in una coltre bianca con l’omonimo lago che si fa fatica a distinguere dall’ambiente circostante
Il panorama, nonostante la presenza di qualche nuvola e qualche fiocco di neve, è decisamente notevole. Il Cristallo, le Tofane, il Sorapis e, in lontananza, anche le Tre Cime, fanno di questo luogo uno dei più incantevoli delle Dolomiti.
C’è infatti chi non si accontenta della salita appena fatta con zaino decisamente pesante e decide di finire la giornata facendo un’altra breve escursione intorno al rifugio; c’è chi, invece, preferisce l‘accogliente ambiente del Rifugio Croda da Lago per concedersi una birra o un tè, oppure una partita a carte.
La domenica sveglia alle 7, colazione 7:30 e si vede un po’ cosa fare. Infatti il programma era vincolato alle condizioni che si sarebbero trovate, non era stato deciso nulla in particolare.
La giornata, anche se non bellissima, è tutto sommato gestibile.
Una parte di noi opta per stare al rifugio e godersi ancora la mattinata per poi dirigersi senza fretta, appagata dal giro di sabato, verso la via del ritorno, la stessa della salita; altri decidono di salire alla forcella di Ambrizzola, punto panoramico sotto la Croda Da Lago. Il dislivello non è tanto, approssimativamente sui 230 m, ma l’altezza della neve – almeno un metro e mezzo – e soprattutto il fatto che, non essendoci ancora stato nessuno, la neve non sia battuta, rendono il tragitto molto faticoso.
Ma, dopo essere arrivati, l’imponenza del massiccio del Civetta davanti a noi, la conca di Cortina da una parte con il suo corollario di monti e la vista di tutti quei piccoli panettoni bianchi che lentamente degradano verso il rifugio Città di Fiume fanno effettivamente dire che ne valeva la pena.
Foto di rito, dibattiti sull’identificazione delle varie cime, non sempre facilmente individuabili, e poi si torna al rifugio, riprendendo le attrezzature lasciate lì, e poi giù, verso il parcheggio, spesso tagliando attraverso il bosco, in veloci e divertenti discese su neve alta e farinosa.
La giornata è finita, la gita pure; tutto sommato è andata bene e non ci si può lamentare.
Speriamo di ripetere esperienze simili, magari in un prossimo inverno meno avaro di neve.
Sante
- (foto by Massimo Pieni)
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Salita sul tratto più ripido
alla Forcella di Ambrizzola
(foto: Massimo Pieni)
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Tracce di animali sulla neve
(foto: Massimo Pieni)
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Avvicinamento alla Forcella Ambrizzola
(foto: Massimo Pieni)
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Rifugio all’alba
(foto: Massimo Pieni)
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Alba con il Bec di Mezdì sullo sfondo
(foto: Massimo Pieni)
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Il gruppo, la mattina,
davanti al rifugio
(foto: Massimo Pieni)
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Il gruppo, la mattina,
prima della partenza
(foto: Massimo Pieni)
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Avvicinamento alla Forcella Ambrizzola
con il rifugio alle spalle
(foto: Massimo Pieni)
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Tramonto dal rifugio
(foto: Massimo Pieni)
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Locale sauna all’esterno del rifugio
(foto: Massimo Pieni)
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Malga Federa, lungo il percorso
(foto: Massimo Pieni)
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Arrivo al rifugio Croda da Lago
sommerso dalla neve
(foto: Massimo Pieni)