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Sabato 3 Febbraio, di mattina presto, sotto una intensa pioggia si parte per la prevista escursione con ciaspole sull’altopiano delle Pale di San Martino. L’inizio non  è incoraggiante, la pioggia, una forte diminuzione delle temperature previste, alcune defezioni, mettono qualche ipoteca sulla riuscita della gita. Ma le previsioni costantemente monitorate già da diversi giorni sono ottimiste Perturbato sabato ma discreto domenica, anche se il freddo la farà da padrona, ma d ‘altra parte si va in montagna non al mare. Tutti però hanno in dotazione anche i ramponi, non si sa mai, il grado 3 di pericolo valanghe impone molta attenzione anche se il percorso si svolgerà interamente su un pianoro.

Arrivati a San Martino di Castrozza, una parte di noi decide di salire direttamente al Rifugio Rosetta, dove pernotteremo, direttamente con la cabinovia, una parte invece sceglie il percorso di fianco alle piste, riservato a noi ciaspolatori. Il paesaggio tipicamente invernale, con neve alta, in mezzo al bosco ripaga abbondantemente la fatica dei 500 m di dislivello che ci sono per raggiungere il primo troncone. Da li infatti non si può più proseguire con le ciaspole, troppo ripido, per cui occorre, gioco forza servirsi del secondo tratto per raggiungere il rifugio.

Cosa che facciamo, dopo ovviamente esserci concessi una pausa pranzo al ristorante del rifugio collegato alla funivia, notoriamente non siamo martiri della montagna.

Il resto del pomeriggio lo passiamo al Rifugio Rosetta in compagnia dei pochi altri ospiti presenti. Infatti essendo noi in 20 praticamente avevamo quasi tutti il rifugio a disposizione Ogni tanto qualcuno di noi dava una sbirciatina fuori al termometro.

La temperatura minima prevista di meno 27 spaventava, l’altopiano delle Pale è notoriamente uno dei luoghi piu freddi delle Dolomiti, e la speranza era che le previsioni non fossero poi cosi precise

La mattina sveglia alle 6, 30 colazione alle 7,30, partenza alle 8. Tutti super coperti calziamo le ciaspole e partiamo La nostra meta è il ghiacciaio della Fradusta. Un percorso di circa 6 ore con 600 m di dislivello. L’inizio però non è incoraggiante. Il gran freddo previsto non c’è, sono sempre quei meno 15, freddo si, ma ci sta, ma è la nebbia presente, che oltre ad offuscare il paesaggio crea problemi. Infatti il vero pericolo delle Pale è proprio la nebbia. Con scarsa visibilità è facile perdere l’ orientamento e sbagliarsi e oltremodo facile. Ma la tecnologia ci viene in aiuto. Il GPS con traccia precedentemente scaricata ci indica la via giusta e una traccia nella neve segnata da altri escursionisti ci tranquillizza ulteriormente.

Poi succede il miracolo. La nebbia si alza in poco tempo quasi completamente liberando un paesaggio da favola.  È l’apoteosi .Le bianche dune di neve, il cielo azzurro, la mancanza di vento, il contorno di tutte le Pale scatenano una frenesia fotografica senza limiti. Non  è da tutti i giorni assistere a questo spettacolo, siamo stati fortunati, ce lo dobbiamo godere fino in fondo e la nostra meta passa in secondo piano, cambiamo percorso. Scegliamo la visione paradisiaca dell’altopiano al raggiungimento di un obbiettivo indubbiamente bello ma più impegnativo.

Verso mezzogiorno torniamo, appena in tempo, la nebbia sta ritornando, il paesaggio ridiventa grigio, un po’ tetro. Possiamo solo ringraziare per quella finestra di 4 ore che ci ha regalato uno degli spettacoli più belli delle Dolomiti.

Sante Poppini

 

Foto ciaspolata in Dolomiti – Pale di San Martino (3 e 4/02/2018) – Foto Massimo Pieni