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Finalmente arriva il messaggio di Davide; gita al Campanile confermata per il weekend del 25/26 Giugno con partenza il venerdì … una data che aspettavo da tempo, da quando nel 2013 una persona speciale mi portò per la prima volta proprio lì, ai piedi del Campanile in Val Montanaia.

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Quel giorno, dopo circa due ore di salita nel ghiaione per un dislivello di circa 700 metri in costante salita, arrivati ai piedi del monolite dissi: prima o poi lo scalerò! L’idea era di farlo proprio con lui ma ora colgo questa occasione poi … la roccia rimane lì … tornerò per un nuovo appuntamento!

Partenza concordata per venerdì 23 Giugno; ritrovo alla sede del Cai di Imola per le ore 14:00, partecipanti: Davide, Giannino, Floriana, Mauro, Roberto, Gerry e la sottoscritta; decise le macchine … partenza!!

Tutti carichi, chi arriva già vestito da montagna e chi da caldo afoso di città, comunque tutti con lo spirito comune dell’avventura! Carichiamo le macchine: quella di Davide e la mia Juke, ritrovo all’uscita del casello di Belluno.

Lungo la strada si respira già il clima dell’arrampicata, io Floriana e Mauro parliamo della via, dell’organizzazione della nostra cordata e del più e del meno, intanto imbocchiamo la strada verso le montagne e il mio spirito è già cambiato!!

Si decide per una pausa caffè e ci si ritrova all’autogrill, piccolo cambio di passeggeri a bordo e si riparte.

Dopo una piccola incomprensione non ci incontriamo al casello di Belluno e decidiamo di trovarci direttamente al parcheggio della diga del Vajont dove si fanno le ultime telefonate del caso (famiglia, figli, amici …) stavolta doverose dato che il cellulare non prenderà più da lì fino alla domenica giorno del rientro.

Una delle tante cose piacevoli di queste uscite, pace da tutto, dalla frenesia della città, dalle telefonate e dai continui messaggi …  qua le dita serviranno solo a prendere appigli sulla roccia e non a scorrere sugli smartphone  per aprire finestre di whatsapp … le uniche finestre aperte saranno quelle sulle meraviglie che la natura incondizionatamente ci offre.campanile_010

Arriviamo intorno alle 17:30 al parcheggio sotto al rifugio Pordenone, sistemiamo armi (corde e ferraglia varia) e bagagli, ci carichiamo gli zaini in spalla e in 5 minuti raggiungiamo il rifugio dove ci accolgono già con il programma della cena.

La serata passa tranquilla, buon cibo, gentilezza dei padroni del rifugio, tra cui la simpatia (nonché obiettiva bellezza) di Ivan il proprietario e direi ottima la compagnia dei commensali.

Si respira aria di passione, quella per la montagna che ci ha portati lì a condividere insieme quest’avventura che, seppur nel suo piccolo, è per ognuno di noi una grande prova, con le proprie paure, i propri desideri, i propri limiti e capacità …. proprio questo amo ogni volta, la semplicità e la purezza che lega chi nutre questa passione che, indipendentemente dai diversi livelli a cui uno la pratica, ti mette a nudo e ti unisce agli altri, anche se con vissuti totalmente diversi.

Decidiamo l’orario di ritrovo per la mattina seguente: ore 6:00 colazione e partenza! La sera sta calando tra le montagne che ci circondano ma ancora un po’ di luce ci permette di preparare gli zaini fuori dal rifugio, ognuno organizza il proprio materiale, imbrago con attrezzatura varia, barrette, acqua e pronti!campanile_020

Ci dividiamo nelle due camere a noi riservate, io, Floriana, Roberto e Gerry in una, Mauro, Giannino e Davide nell’altra; salire nel letto a castello richiede già da parte mia e di Roberto un traverso da paura!!!

Sveglia, ritrovo, colazione zaini in spalla … SI VA! Prima un pezzo in mezzo al bosco poi ci si ritrova nel ghiaione che ci porterà ai piedi del Campanile. E’ caldo, la salita si fa dare decisamente del  “Lei”; dopo un po’ Mauro sparisce dalla nostra vista, passo troppo veloce per tutti noi … chissà forse “ci prenderà il numero” per la salita?!

Dopo circa un’ora di salita, ci raggiunge un gruppetto di otto persone dal passo disinvolto che, nel giro di poco, ahimè, ci passa davanti.

Arriviamo puntuali all’appuntamento, in circa 1 ora e 45 minuti siamo alla base del Campanile, lì ci imbraghiamo e si inizia.campanile_040

Le mani toccano la roccia, ora la mente si stacca dal resto, sei lì, solo lì, tu e la roccia … guardo un attimo in su e mi dico … sono qui proprio dove volevo essere!

Partono Giannino e Davide, seguiamo io, Floriana e Mauro infine Roberto e Gerry; i tiri sono 9, quelli più impegnativi il 5° (“Fessura Cozzi”) e il 6° (almeno per me) … un bel traverso esposto!!!

Chissà, forse il fatto di aver voluto per ben tre anni intraprendere questa scalata, l’ha caricata di aspettative grandi e non nego anche un po’ di ansia da  prestazione, sperando però che ciò non intacchi troppo le mie seppur poche e limitate capacità di scalatrice.

I primi quattro tiri sono fatti, sembriamo tutti ok, impegnati ma sufficientemente sereni e decisamente carichi.

Incontro qualche difficoltà nel 4° tiro, seppur da seconda, mi infilo sbagliando percorso tutta sulla destra e non trovo appigli per passare oltre, intanto la corda e il rinvio mi spingono a sinistra, un attimo di paura di volare (“la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare” …. avrei i miei dubbi caro Jovanotti), in un attimo raccolgo forze fisiche  e mentali e passo, grazie anche al supporto di Francesco, un signore partito dal rifugio con noi, che arrampica con la figlia. Incredibile come in momenti come questi in montagna anche persone mai viste prima ti appaiano tanto conosciute e vicine! E la testa cerca di stare lì, concentrati e presenti.

Dopo aver superato il 5° tiro, il traverso esposto e gli ultimi due tiri (decisamente più semplici ma con roccia mossa e franante), arriviamo in cima, la conquista del Campanile viene segnata da ognuno di noi con il classico suono della campana.campanile_080

Ci fermiamo un po’ per le rituali foto e per gustare del panorama fantastico che ogni cima raggiunta regala quasi come un dono non solo per gli occhi ma anche per l’animo, qui dove tutta l’adrenalina in corpo lascia spazio alla stupenda sensazione di esserci, di esserci arrivati, ognuno fa i conti con la propria “piccola” o “grande” sfida con se stesso.

E’ ora di scendere; iniziamo le doppie di calata, altro momento molto delicato … come dice Barmasse:  “La via è terminata solo quando si arriva giù!”

Con tre doppie, di cui una molto … ma molto aerea, siamo di nuovo ai piedi del monolite, dalla parte opposta di risalita, di fronte al bivacco Perugini, da cui, per un sentiero non proprio dei più semplici, si ritorna al ghiaione di discesa verso il rifugio Pordenone.

Così, contenti e soddisfatti per l’impresa personale riuscita, il pensiero già andava … alla prossima ragazzi!!!

Silvia Ravanelli

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Rifugio Pordenone – m 1249

 

 

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Campanile di Val Montanaia

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Gerry, Flo e Silvia

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Il Campanile e Flo

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Gerry, Flo e Silvia

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IN VETTA! (Silvia e Flo)

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Inizia una doppia …

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Roberto