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Di seguito le fotografie dell’articolo “Val di Sella . Quando la natura diventa arte” pubblicato in “Aria di Montagna” di settembre 2016.

La montagna riesce sempre a stupirmi, a trasmettermi sensazioni di piacevolezza e unicità. In natura niente è perfetto e tutto è perfetto. Gli alberi possono essere contorti, incurvati in modo bizzarro, ma risultare comunque bellissimi perché ci trasmettono un’emozione. La natura è una rappresentazione di qualcosa di più grande di noi e quando uomo e natura si incontrano, in un rapporto basato sul rispetto, traendo da essa ispirazione e stimolo, ecco che possono nascere grandi cose.

Questo è quanto si può ammirare nella “Land Art” di Val di Sella (comune di Borgo Val Sugana a 800 m.s.m.) dove da fine anni ’90 si è sviluppato il progetto ArteSella. Lungo una strada forestale sul versante sud del monte Armentera si dipanano due percorsi lungo i quali si possono vedere opere di artisti internazionali, tutte rigorosamente costruite con materiali naturali (tronchi, rami, foglie, sassi) spesso trovati sul posto. Allo stesso tempo si può godere delle suggestive particolarità ambientali del luogo: diversi tipi di bosco, presenza di rocce, alberi monumentali, trincee e altri resti di opere militari della Grande Guerra.

Il percorso ArteNatura (2-3 ore) è un facile sali-scendi di 3 km con un dislivello di circa 300 mt incorniciato dallo spettacolare panorama della catena del Lagorai e delle alte pareti dell’Ortigara. Qui si incontrano le prime opere: “Il Tempio dell’Amore” una struttura circolare fatta di tronchi, “i Lupi” e “i Cinghiali” costruiti con rametti e foglie, da lontano sembrano veri! “Il vortice” una serie di legnetti disposti in modo da offrire una visone ottica elicoidale e via via una ventina di opere collocate tra faggi e pini cimbri secolari che si inseriscono con discrezione nel ciclo vitale della natura. Al termine del percorso una strada pedonale di 15 min porta alla Malga Costa dove vi è un secondo itinerario ad anello di 1 km tra opere altrettanto meravigliose per l’originalità e la semplicità dei materiali con cui sono costruite. A fianco di ogni opera, una breve descrizione dell’artista ne spiega il significato anche se a mio avviso, siamo noi a colorarlo di nostre interpretazioni.

Qui è d’obbligo la macchina fotografica perché si resta stupefatti dalla meraviglia del “Villaggio vegetale” in scala reale o del “Bosco geometrico” una serie di tronchi tagliati in forme geometriche e uniti come mattoncini Lego. Attirano l’attenzione le “Pietre”, 12 lastre di porfido conficcate a terra con dei fori perfettamente allineati cui si cede alla tentazione di guardare attraverso. L’artista suggerisce la metafora del guardare al di là dell’apparenza, alla scoperta di quello che va oltre i nostri passi. Poco più avanti si incontra “La stanza del cielo” una costruzione in roccia e legno che all’ interno funziona come una camera oscura.

Chiudendo la porta l’immagine delle montagne del Lagorai e del cielo appare capovolta grazie ad un piccolo foro posto sulla parete. Si arriva infine alla famosa “Cattedrale vegetale” che ha le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate formata da 80 colonne di rami intrecciati alte 12 m e 1220 m² di superficie. All’interno di ogni colonna è collocata una pianta di carpino, che nell’intenzione dell’artista, una volta cresciuta dovrebbe prendere il posto della struttura attuale, destinata a marcire e a scomparire. La sua maestosità e bellezza è visibile in ogni stagione: coperta di neve è uno spettacolo ancora più suggestivo. Numerosi sono i percorsi e sentieri che si snodano verso le vicine Valtrigona (Oasi WWF) e Val Campelle, indicati anche con ciaspole e, naturalmente, l’indispensabile macchina fotografica.

Maria Teresa Castaldi

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